La gestione di un giardino verticale comporta l’analisi e la valutazione di numerosi fattori, al fine di preservare l’installazione nelle migliori condizioni vegetative e di gradevolezza estetica. Se tale attività appare inizialmente meno complessa poiché i fattori da monitorare sono riconducibili all’irrigazione e alla concimazione, con il passare del tempo le variabili da valutare aumentano notevolmente.
La stessa pratica irrigua, inoltre, deve essere calibrata rispetto alle mutevoli esigenze delle piante presenti nell’installazione. L’elevato numero di specie che possono trovare collocazione in un giardino verticale, infatti, implica spesso esigenze idriche differenziate. Si pensi, ad esempio, agli esemplari di Sedum e Cerastium, rinomati per la loro capacità di svilupparsi anche in assenza di irrigazione, versus specie come Geranium e Carex che richiedono invece irrigazioni regolari. Dal momento che non sempre tali aspetti vengono presi nella giusta considerazione durante la fase progettuale, ci si trova spesso a dover valutare e gestire di conseguenza la pratica irrigua, cercando di trovare il giusto equilibrio tra le varie esigenze.
Un altro aspetto che occorre valutare riguarda la competizione tra specie, sia essa intra o extra-specifica. Quando si realizza un giardino verticale, per ovvie esigenze di risultato e di “pronto effetto” dell’installazione, le reali densità d’impianto vengono temporaneamente accantonate. Con il passare del tempo, tale aspetto deve essere gestito mediante la manutenzione ordinaria e/o straordinaria: risulta fondamentale gestire, soprattutto con il primo intervento manutentivo annuale, gli spazi dedicati ad ogni singola specie e le sue interazioni con quelle circostanti. Di solito la prima manutenzione, che avviene tra marzo e aprile, si presenta molto impattante dal punto di vista estetico: la rimozione della vegetazione ormai appassita e il contenimento delle varie specie mettono in evidenza anche eventuali “difetti” dell’installazione, come ad esempio i vuoti vegetazionali. In questa fase, inoltre, è particolarmente importante tenere in considerazione e contenere le specie che tendono a divenire “invasive” come la menta.
Un ulteriore aspetto, che probabilmente può essere considerato il più rilevante, riguarda la corretta programmazione dei nuovi impianti. Infatti, se è vero che una simile installazione può avere una lunga durata per quanto riguarda la componente strutturale, altrettanto non si può dire per ciò che concerne la parte vegetale. Il normale accrescimento delle varie specie, infatti, può divenire eccessivo con conseguente riduzione delle rispettive fioriture. Inoltre, è bene individuare le associazioni tra le varie specie che risultano scarsamente efficaci. Tali aspetti non possono essere valutati a priori, poiché ogni installazione è un caso a sé in virtù dei diversi fattori che la caratterizzano (altezza, ampiezza, esposizione, etc). Sarebbe opportuno, in ogni caso, prevedere una quota parte di reintegri da effettuare quanto prima nel corso dell’anno.
Perpetuare il gradevole aspetto estetico di una simile realizzazione, anche attraverso interventi di restailing come quello eseguito nel corso del mese di agosto 2022, deve essere il fine più importante da perseguire, pertanto è necessario considerare una parete verticale come una continua opera di mediazione tra le varie specie, oltre che tra queste ultime, il contesto in cui si trovano e il loro ciclo di vita.
L’esperienza maturata nella gestione del giardino verticale presente presso l’Autosilo di via Petrarca a Trento consente allo Studio agronomico Verde e Dintorni di offrire un servizio manutentivo, inteso sia come programmazione ed esecuzione delle varie operazioni necessarie, sia come monitoraggio e controllo dell’irrigazione e della concimazione, a 360°.